Perchè si cammina?

Perchè si cammina?

Sembra un fuori tema, ma in realtà coltivare le proprie passioni è un fattore fondamentale per tenere pieni gli archivi dell’immaginazione. In questo settembre ho incontrato i ragazzi di va’Sentiero (guardatevi il loro sito!) e di Happennino, due realtà fantastiche su cui punto molto.

Quindi: perchè si cammina? Lasciamo da parte l’aspetto ovvio della salute. Camminare fa bene. Mantiene il fisico in condizione ottimale e porta a cercare un’alimentazione equilibrata in linea con l’esercizio: essenziale, stagionale e ragionata.

Camminare con lo zaino in spalla è un esercizio d’essenzialità. Poche cose con te. Per coprirti, dormire, mangiare, magari prendere appunti. Nulla che ti costringa ad un attacco “elettrico”. Esiste solo una regola: porta ciò che le tue spalle riescono a sostenere. Camminare in compagnia è un laboratorio sociale. Ci si dividono i “pesi in comune”, si tiene il passo del più lento, ci si lascia prendere dalle altrui meraviglie, la stanchezza sgrassa il surplus e lascia l’essenza del dialogo, la voglia sana di comunicare, ci regala il tempo di conoscere meglio chi ci sta accanto.

Per questo la scelta dei compagni di viaggio è fondamentale. Camminare può mettere in crisi, quando lo zaino diventa più pesante. La lentezza del cammino dovrebbe essere un corso di laurea. Concede il tempo e spazio per osservare le cose attorno a te e di pensare liberamente. La lentezza ossigena il cervello e i pensieri, anche quelli più pesanti.

Il cammino è un’esperienza unica che ti insegna e ti fa vedere cose che altrimenti non potresti mai vedere, figuriamoci apprezzarle. Ma per camminare ci vuole un motivo, il tesoro dei pirati, la vetta dello scalatore, la meta per il giocatore di rugby. Vi racconto i miei sull’appennino e sul Sentiero Italia.

Le foreste. Camminare nelle foreste è una magia. Migliaia di storie ascoltate hanno come elemento comune la foresta, c’è quella millenaria del Casentino (marche, toscana e romagna) che porta con se stupori e timori legati a sentimenti atavici dell’uomo, che della foresta si è alimentato, protetto, difeso e che poi tristemente ha distrutto e abbandonato.

I monasteri. Il S.I .collima per un lungo tratto dell’italia centrale con il GEA, Grande Escursione Appenninica e con il cammino di San Francesco, lungo il quale si trovano monasteri che sono luoghi che ti avvicinano se non a Dio, sicuramente alla terra e al cielo. tra gli altri quello della Verna, immerso nelle foreste già citate del Casentino e un’altra lunga serie di cui alcuni abitati ed alcuni in cerca di un custode, come l’Eremo di Cerbaiolo (1216), appoggiato su una gigantesca roccia, che lo affaccia sull’umbria e la toscana. vicino a Pieve Santo Stefano. Un luogo mistico.

Le persone. Quelle che sono con te.Quelle che ti vedono attraversare i loro luoghi, con un misto di curiosità e diffidenza. Che ti riempiono la borraccia se le fonti sono asciutte e ti indicano cose che una cartina non potrebbe mostrarti. Quelle che incontri sul e che pur non conoscendole sai che condividi con loro un sacco di cose importanti. Accoglienza, condivisione, confronto diventano elementi concreti e non parole vacque con chui sciaquarsi la bocca.

I luoghi. Bellissimi, misteriosi, organizzati (come il museo del diario) abbandonati, curati, costruiti da mani che non conoscerai mai. Tettoie che ti offriranno un riparo dalla pioggia, un fazzoletto di prato in cui montare la tenda o dove stendere il sacco a pelo e vedere uno dei più belli spettacoli della natura: il cielo stellato. Insomma, l’appennino camminato è una continua scoperta di storie, non ultima il passaggio di Leonardo sul passo sopra a Lamoli per curiosare dei segreti della tinta blu. Quindi camminare stanca, rilassa, educa e seleziona. È un atto fisico che fa cultura se si impara a guardare oltre a quello che si vede.

Alcuni di questi scorci faranno parte del set di poster “Lungo La Strada”. Li trovate anche nello shop.

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