Mi chiamo Cristiano Andreani, classe 1973. Nato e cresciuto in Urbino. Mi occupo di comunicazione visiva e di storytelling. Sono un curioso per natura e da ciò che osservo e ascolto traggo elementi per comporre nuovi elementi per comunicare.

Open 24 hours. Rappresenta bene la testa di chi deve creare sempre nuove connessioni tra input, concetti, visual e forme grafiche. Sintetizzare è un ciclo continuo, bellissimo e talvolta tedioso.

Mi occupo di comunicazione visiva, ma amo molto la prola scritta e parlata, direi che sono uno a cui piace raccontare le cose che non si vedono in una forma accettabile e possibilmente non scontata. Ho una buona tecnica grafico-illustrativa, una passione smodata per i caratteri e per il lettering, per le vecchie auto e per le parole parlate e scritte, in qualche modo disegno le idee o almeno ci provo.

Vivo a Pesaro, culla a volte inconsapevole di creatività, disegno artistico, musica e comunicazione. È una città unica nel suo genere, protetta da due monti che bagnano i loro piedi nel mare adriatico.

Essere un creativo con la passione per la comunicazione mi “costringe” ogni tanto a spiegare il mio punto di vista, ciò che penso, ciò che amo e ciò a cui ambisco, non solo in forma grafica (t-shirt, poster, etc.) ma anche in forma di chiacchiere in radio, con la family di Supernova®. Chi mi conosce me lo dice spesso: “Parli, parli. Pure troppo.”

Disegnare le idee è il mio lavoro, liberare e diffondere la creatività dai suoi stereotipi la mia piccola missione, soprattutto con i ragazzi e i loro insegnanti. Faccio laboratori, incontri e formazione per raccontare l’importanza del conoscere la comunicazione e i processi creativi che la innescano. Tutta roba utile per vivere con un po’ di consapevolezza in più.

Sono babbo, compagno fedele e scout, laico. Amo il silenzio e la gente che non si accontenta. Ho avuto un motard nipponico da passeggio, leggo molto, vorrei suonare l’armonica a bocca, avere la pace nel mondo e che la gente capisse che non c’è più tempo da perdere, io almeno non ne ho più.

“quello che non ho viaggiato viaggiando, l’ho fatto immaginando”