Garage73 – design dept.

Garage73 design dept è uno dei progetti a cui sto lavorando in questo periodo. Una raccolta organizzata delle mie “macchinine” che credo per altro siano state i primi soggetti in assoluto dei miei esordi da disegnatore. Complice anche il lock down, ho rimesso mano a decine di disegni delle mie auto del cuore, o meglio, quelle che secondo me hanno segnato il mio immaginario, inserendole in dei contesti e in associazione con altri mezzi mitologici. A ogni mezzo appartiene una piccola storia che cercherò di raccontarvi perchè la necessità di raffigurare ha sempre piccole radici interessanti da scoprire. l risultati avranno forma di poster, t-shirt e altre chicche, tutte rigorosamente in tiratura limitata.

Ci saranno il maggiolino vw, la mini, il land rover, il ford pick up e altri pezzi da ’90.

(in foto, la mitica gippina del Local, una suzuki sj 410, con gli immancabili surf per la sua free school per neofiti. Probabilmente c’è anche lo skate, ma non si vede e sopra la Sberla™ il prototipo di una e-bike super vintage a cui stiamo lavorando da un po’ di mesi)

Il pensatore.

Se vi va, nelle prossime settimane vi racconterò qualcosa relativamente a due grandi temi: la comunicazione e il processo creativo, percorsi troppo spesso legati solo a chi fa mestieri artistici o creativi ma che in realtà riguardano tutti noi, sin dalla più tenera età poiché, questi”processi”, ci servono a trovare soluzioni, a costruirci delle opinioni e a comunicare. Ma soprattutto ci servono a stimolare la nostra curiosità e quindi ad imparare a fidarci del nostro intuito che diventerà il collante per unire elementi nuovi o esistenti raccolti o recepiti e ci permetterà di visualizzare buone soluzioni. La comunicazione, va da se, ha radici molto antiche, quasi quanto l’uomo e la sua necessità di identificarsi e di raccontarsi.

Con una forma pop e molto accessibile proverò a raccontarvi ciò che so in queste materie e vedrete, scopriremo cose molto interessanti.

I motivi per cui lo faccio sono due. Il primo è che raccontare il dietro alle quinte della mia professione credo sia molto più interessante che vedere dei “lavori” finiti e far capire che il vero lavoro di un visual designer non é saper disegnare, ma é saper osservare, raccontare e poi, alla fine, mettere “su carta”.

Il secondo motivo é che la creatività é di tutti, se ne sei consapevole la puoi allenare, se la alleni acquisisci ossigeno e fiducia. Un creativo é un pensatore e ognuno di noi, che sappia disegnare o meno, è in pensatore e ha bisogno di costruire delle soluzioni, delle risposte.

“la creatività come capacità di unire elementi preesistenti in combinazioni nuove, che siano utili” Henri Poincoré, matematico.

Garage73, poster set n. 2

poster set n.2

Altro giro, altro regalo! In stampa anche i primi 3 poster 70×100 della serie GARAGE73, l’inizio di una lunga serie di poster con le mie elucubrazioni grafiche. FAR, un poster dedicato al mitico Ford Transit, agli spazi aperti e alla libertà. Poi c’è il FUCK TR*MP già raccontato in un altro articolo e quindi il TRACKS, un omaggio a due mezzi speciali: il beetle e la raleigh chopper… tutta roba anni 70.

Per ordini e informazioni: cristianoandreani1973@gmail.com

Lungo la strada, poster set n.1

poster set n.1

Le prime copie del primo set del progetto sono in stampa. Un progetto coltivato per molto tempo prende forma di poster “da casa” ma prossimamente vedrà sviluppi interessanti nel racconto qualificato del nostro entroterra. Lo farà con tipico.tips, con happennino e con una collaborazione di cui ancora non posso svelare i dettagli. Il set si arricchirà di nuovi elementi e nuovi scorci che potrete notare solo se, lungo la strada, vi fermerete un attimo ad osservare.

Per info e ordini: cristianoandreani1973@gmail.com

Fuck Tr*mp.

Poster 50×70

Chi fà comunicazione dovrebbe prendersi la responsabilità di dire bene ciò che pensa. Anche se il pensiero é semplice, come in questo caso. Grande visibilità, Grande responsabilità. Ogni gesto, ogni parola dovrebbero essere commisurate dal presidente di una delle più grandi nazioni del mondo. Invece no, il più grande cafone della terra dà spettacolo e viene imitato anche dai mediocri nostrani.

Fuck, Mr. president.

Quando le icone giocano sui social.

Le icone hanno la grande capacità di spiegare in maniera immediata ciò che ci interessa raccontare delle nostre attività o delle nostre funzioni. L’icona come utility sign moderna è un abbinamento di un elemento visivo e un set minimo di parole. In questo caso, approfittando del trasferimento nei nuovi locali di Bicidesign uno shop con officina molto qualificato su alcuni temi.

Sui social i meme con le icone possono viaggiare “remixati” con le foto di vita di tutti i giorni e vanno a integrare e completare la narrazione o storytelling.

Abbiamo deciso di rappresentare SERVIZI, TIPOLOGIE DI PRODOTTO e BRAND presenti, cioè che tipo di bici o di accessorio posso trovarci, cosa possano fare per il mio mezzo a due ruote e se hanno marchi che mi danno “fiducia”. Va da se che in un negozio così troverai anche buoni consigli e quelli sono pure gratis, ma fanno la differenza.

Ah. Bicidesign lo trovi a Pesaro, in via Ponchielli 18.

Robert.

Sir Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, primo Barone Baden-Powell di Gilwell

Per tutti gli scouts del mondo è semplicemente BP. Un simpatico vecchietto in uniforme scout con il sorriso di chi ha fatto della sua curiosità e della sua intraprendenza la chiave del suo successo. Ha costruito un progetto che oggi coinvolge 52 milioni di scout in tutto il mondo, utilizzando dei cardini che proprio oggi, in tempo di COVID-19, si rivelano essere fondamentali. Vita all’aria aperta, imparare facendo, rispetto per te stesso e per gli altri e la tua crescita individuale sempre legata alla tua comunità, ma questa è storia nota.

Quello che invece non molti sanno è che Robert non era proprio un ragazzo modello, perlomeno nell’aspettativa di un rampollo di una famiglia borghese, seppur caduta in decadenza. Il richiamo di tutto ciò che era fuori fu sempre più forte che quello dei quaderni e della classe.

Il suo segreto indubbiamente fu quello di saper capitalizzare le sue avventure di monello e credere che le sue passioni non fossero perdite di tempo ma beni da coltivare. Le fughe sul fiume, le mimetizzazioni per nascondersi dai professori, le lezioni di teatro e di canto, tutto fu scritto e disegnato su dei quadernetti che nobilitati e sintetizzati divennero “scouting for boys” un manuale inizialmente pensato per gli ufficiali dei suoi reggimenti ma che vide la sua definitiva evoluzione in capo civile e sociale, proprio su richiesta di Edoardo VII che seppe riconoscere in lui “l’uomo giusto”: “…di buoni soldati ne posso trovare tanti, ma di buoni educatori, no. Resta in Inghilterra e prova questo scautismo per i ragazzi dei sobborghi londinesi”.

Credo che BP ebbe oltretutto il grande merito di saper trasformare i romanzi d’avventura (Kipling, Salgari, Stepehenson) in vita reale, con lo scopo di imparare giocando! Il massimo per dei ragazzini.

Era BP un disegnatore? Ufficialmente no. Prima soldato, poi ufficiale, poi fondatore del movimento scout, scrittore, animatore, trapper che seppe trovare nel disegno e nella scrittura il modo di “tenere a mente” ciò che la sua mente super-creativa costruiva con un triplice scopo: visualizzare, annotare e raccontare, tre elementi tipici di chi vuole essere innanzi tutto un comunicatore.

Altro elemento fondamentale che l’esperienza di BP ci insegna. Pensare che la propria vita possa avere un solo “mestiere” è un modo errato e riduttivo di visualizzare la propria strada. Una delle nostre passioni potrà diventare mestiere, ma tutte le altre continueranno ad alimentare la propria necessità di coltivare la curiosità e la necessità di vivere le esperienze, possibilmente con buoni compagni di viaggio.

I disegni di BP ci insegnano anche un’altra cosa fondamentale: l’illustrazione è un linguaggio specifico che troppo spesso viene visto come orpello estetico alla scrittura e che invece ha una capacità irriproducibile dalla scrittura: l’immediatezza e il fatto di non dover essere alfabetizzati per poterla comprendere. L’illustrazione, nella sua apparente semplicità apre l’immaginario, non lo limita.

Il mio consiglio ovviamente è quello di leggere “Scouting for Boys” perchè con gli evidenti limiti che oggi la sua veneranda età evidenzia, rimane un libro (un taccuino, a voler essere precisi) che apre l’immaginario e spinge a provare con mano, le esperienze. Rimane valida e immutata l’idea originaria: per crescere bisogna affrontare i propri limiti, con l’idea rivoluzionaria che si possa imparare facendo, che si possa costruire un percorso personale in una vita di comunità.