Bye Bye Mr. Block.

Mister Ken Block #43 è uno che non ha mai smesso di giocare con le macchinine. A dire il vero con qualsiasi cosa con un motore ignorante e delle ruote. Indimenticabili le sue imprese video (Gymkhana Files) con dei mezzi paura, tra i quali la super-mustang del 1965, una belva dalla mostruosa potenza di 1.400 CV e 1.700 Nm di coppia massima domati dall’officina Hoonigan per giocare al gioco di “andaresempreunpooltre”. Purtroppo questa volta è andata male, forse ha vinto il limite… ma poteva andare diversamente?

MY MONKEYS™ POSTERS AND MORE

Finalmente ce l’ho fatta. Le mie scimmie sono online. I miei disegni, le mie tipografie, i miei trip grafici sotto forma di poster. Ecco MY MONKEYS™, divisi in tre categorie: GARAGE73 con le auto che hanno fatto la mia storia di curioso; LUNGO LA STRADA i miei luoghi magici e i miei consigli di viaggio e infine DISEGNARE LE IDEE, ovvero tutto quello che non stava nelle altre due. Tutto a disposizione, tutto in vendita. Evviva.

“THE CAR” POSTER

In Italia uscì come “la macchina nera” ma il titolo originale -al solito- era più forte e narrativamente parlando perfetto: “the car” un film del 1977 diretto da Elliot Silverstein giustamente annoverato tra gli horror e Ingiustamente trattato come un B-movie scomparve presto dalle nostre memorie, ma a mio parere, questa pellicola merita ancora oggi la giusta attenzione, senza dover per forza misurarla con altre del periodo, come “Duel” (1971, regia Steven Spielberg) o “Christine, la macchina infernale” (1983. John Carpenter su racconto di Mr. King). La Lincoln Continental Mark III demoniaca progettata -manco a dirlo- nel garage di George Barris (general lee, Red tomato, A-team van, coyote, etc.) è protagonista assoluta di un film in cui sacro e profano, road movie e horror convivono alla grande.

Questo poster sarà presto disponibile sul sito http://www.mymonkeys.it insieme a molti altri pezzi disegnati dal sottoscritto.

Inoki.

C’è stato un tempo in cui per vedere programmi tv d’oltreoceano ci si doveva affidare a improbabili reti regionali a 32 bit che trasmettevano show ripresi -pare oggi- con le telecamere di sicurezza tanto erano imprecise e fuori registro. Poi italia 1 vide il potenziale di quello strano circo e con Dan Peterson numero uno, sparò tutto in prime time. Lì conobbi il catch giapponese con dei lottatori acrobati incredibili dai nomi impronunciabili, tra loro c’era Antonio Inoki, un gentleman in mezzo ad una marmaglia di occhi a mandorla e improbabili cattivi: Abdullah the butcher, Baba, Andrè the Giant, Hulk Cogan e naturalmente Tiger Mask. O erano brutti, o erano maràgli o entrambe le cose, con i loro mutandoni fiammeggianti e le maschere che univano sacro e profano senza nessun ritegno. Ma Inoki, no. Capello moderatamente rockabilly, slippone e stivale nero, un mento infinito e portamento da vendere. Un gentleman che non ebbe timore a confrontarsi con Cassius Clay, per dire. Il catch aveva un decoro, un rigore, una tecnica ed uno stile che il wrestling americano ha ovviamente dimenticato, ma tant’è. Se siete curiosi, youtube ha un sacco di materiale.

Saarinen

Il 20 agosto 1972, al 2° Gran Premio di Pesaro Mobili, di fronte a oltre 40.000 spettatori locali, Jarno Saarinen riuscì a vincere con la Benelli sia nella classe 350 che nella classe 500, in una giornata che rimase nel cuore di tutti i tifosi del leoncino e di questo pilota sempre accompagnato sui circuiti dalla compagna Soili. Jarno venne a mancare l’anno successivo insieme ad un altro “grande”: Renzo Pasolini durante un tragico incidente durante il Gran Premio di Monza.

Quest’anno, il motoclub Tonino Benelli di Pesaro e la Benelli QJ, durante il Benelli Week (12/18 settembre 2022) renderà omaggio a questa figura “romantica” del moticiclismo.

Questo è il poster in preview (presto disponibile) che ho disegnato per l’occasione. Pesaro ha dato i natali a uomini che hanno fatto letteralmente la storia del motociclismo, disegnando e costruendo dei “ferri” veramente importanti e la Benelli 500 GP è sicuramente uno di quelli e non potevo certo perdermi questa occasione di rappresentare a mio modo questo straordinario binomio Jarno + Benelli.