I miei clienti non sono normali

Far, impresa edile. Perché un’impresa edile dovrebbe usare un furgone vintage in salsa “un mercoledì da leoni” per farsi pubblicità? Beh, ci sono tre motivi principali, il primo: nessuno l’ha mai fatto qui in zona, accostare il proprio brand ad un mood, ad uno stile di vita. Il secondo: raccontare l’approccio alle cose, al buon gusto, alla voglia di fare del bello funziona quasi sempre in pubblicità, non parli di quello che fai ma del risultato di quello che fai, insomma, senza bisogno di mettere mattoni e cazzuole puoi dire di essere uno in gamba in edilizia. Terzo ed ultimo motivo: è un pazzo, ma un pazzo che fa le cose per bene. Amen.

La narrazione illustrata.

didascalie illustrate

L’illustrazione (in questo caso in “flat” vettoriale”) è un elemento fondante del racconto, soprattutto in ambiente digitale, dove l’elemento visivo è parte dell’identità di marca (brand identity) potendo rappresentare il tono di voce e il sapore e i soggetti cardine che in un testo potrebbero perdersi. Il bilanciamento tra il narrato visivo e quello scritto determinano anche un’immediatezza di lettura che se opportunamente equilibrato può aumentare le proprie sfumature espressive. L’illustrazione flat si presta inoltre all’animazione, aggiungendo quindi la possibilità del gesto e del movimento, altri elementi determinanti per catturare l’attenzione di chi guarda.

Triglia di Bosco.

Triglia -al secolo Roberto Dormicchi è un appassionato di cucina, non un “semplice” chef e sapete perché? Perché è curioso, preparato nel suo mestiere e non si accontenta di fare (e farlo bene). Quello che fa lo insegna e lo comunica, facendo leva sul suo background e sul nostro territorio, che poi forse, alla fine… è la stessa cosa. Qui sotto una cosetta che mi ha chiesto da inserire nei suoi pacchi di Natale. Ah, una cosa fondamentale: l’ho conosciuto grazie al trio di happennino. Perché le cose non succedono mai per caso, ma per passione e curiosità di qualcuno.

Pause estive a colori.

Da queste le pause estive non sono mai stop veri e propri, semmai dei forti rallentamenti in cui riprendere ossigeno e concedersi più tempo per pensare ed osservare. Poi va da se che le cose alimentate riprendono vigore e tocca vederle bell’èffatte per capire se funzionano o no, certo è che questo set di illustrazioni su cui sto lavorando da un paio d’anni hanno un forte potenziale, ma si sa il troppo è come il poco, come dicono qui da noi e poi finché non le fai, non lo sai.

È il caso di Lungo La Strada, un progetto su cui mi sto alambiccando da un po’ perché mi mette in gioco su due temi forti, ovvero il content, il racconto del territorio, tema che mi sta molto a cuore (le cose preziose vanno gestite con moooolta cura) e il pacchetto stile e tecnica con cui realizzare il tutto, ci sto girando in tondo da un po’ ma ancora qualcosa mi sfugge.

Ecco, nella pausa estiva ho guardato le forme e i colori che sono due mondi che “ciao ti saluto”. Nelle prime cerco una sintesi, nei secondi il respiro e l’intenzione… che bega.