Le prime copie del primo set del progetto sono in stampa. Un progetto coltivato per molto tempo prende forma di poster “da casa” ma prossimamente vedrà sviluppi interessanti nel racconto qualificato del nostro entroterra. Lo farà con tipico.tips, con happennino e con una collaborazione di cui ancora non posso svelare i dettagli. Il set si arricchirà di nuovi elementi e nuovi scorci che potrete notare solo se, lungo la strada, vi fermerete un attimo ad osservare.
Per info e ordini: cristianoandreani1973@gmail.com
Sia chiaro. Disegnare caratteri é un altro mestiere. Ma un lettering é possibile, soprattutto quando la necessità é quella di trovare le giuste forme per raccontare un tuo cliente. Ingemar “el rubio” Girolomoni é un professionista nel mondo delle attività che riguardano la cura di un corpo d’atleta (body mechanics) e anche molto altro a dire il vero, andate a cercarvi un po’ di info, se volete.
Qui la questione era rappresentare bene il suo nome con un personal brand che parlasse chiaro agli atleti di crossfit e di tutte le discipline sportive che richiedono un’estrema cura nella preparazione psico fisica.
Nel mondo delle palestre si usano lettere stencil molto muscolari, spesso provenienti dal mondo militare, che in realtà però hanno origini nel mondo del lavoro e del trasporto, scritte che potessero essere verniciate con delle maschere e un barattolo di colore. Anche la Bauhaus curò un carattere stencil (Joschmi) progettato da Joost Schmidt, per dire.
Ecco “ingemar” il lettering per comporre il personal brand di Inge. Vi piace?
Chi fà comunicazione dovrebbe prendersi la responsabilità di dire bene ciò che pensa. Anche se il pensiero é semplice, come in questo caso. Grande visibilità, Grande responsabilità. Ogni gesto, ogni parola dovrebbero essere commisurate dal presidente di una delle più grandi nazioni del mondo. Invece no, il più grande cafone della terra dà spettacolo e viene imitato anche dai mediocri nostrani.
Ci sono luoghi che rimangono impressi come foto. Con quel taglio, quell’ inquadratura, quei colori. Ci sono luoghi che si legano indissolubilmente alle persone o ai pensieri con cui li hai visitati. Sono colpi di fulmine, che rimarranno come appunti nella tua memoria e ti faranno dire di aver visto, viaggiando lungo la strada, dei posti unici e bellissimi. Ho provato a fissare i primi quattro. Spero vi piacciano. A breve saranno disponibili anche come poster, in formato 80×40, per dire.
Le icone hanno la grande capacità di spiegare in maniera immediata ciò che ci interessa raccontare delle nostre attività o delle nostre funzioni. L’icona come utility sign moderna è un abbinamento di un elemento visivo e un set minimo di parole. In questo caso, approfittando del trasferimento nei nuovi locali di Bicidesign uno shop con officina molto qualificato su alcuni temi.
Sui social i meme con le icone possono viaggiare “remixati” con le foto di vita di tutti i giorni e vanno a integrare e completare la narrazione o storytelling.
Abbiamo deciso di rappresentare SERVIZI, TIPOLOGIE DI PRODOTTO e BRAND presenti, cioè che tipo di bici o di accessorio posso trovarci, cosa possano fare per il mio mezzo a due ruote e se hanno marchi che mi danno “fiducia”. Va da se che in un negozio così troverai anche buoni consigli e quelli sono pure gratis, ma fanno la differenza.
Ah. Bicidesign lo trovi a Pesaro, in via Ponchielli 18.
È una delle auto mitiche della mia infanzia. Un po’ perchè questo fascino nipponico in salsa USA mi incuriosì da subito, come una jeep “dei film” ma più bella, più curata, più urban. Poi perchè il buon Riccardo Panareo la usò (nella versione rosso bordeaux con tetto bianco) per andare nel deserto in solitaria e per venirci a trovare su in collina, quando altri mezzi non avrebbero potuto farcela. Oggi è un oggetto di culto tra gli estimatori – e ci mancherebbe – perchè come tutte le cose fatte bene, con l’età acquisisce valore. Così per il mio 47esimo compleanno ho trovato la scusa per disegnarla. Come me e molti in area ’70 il toyota è usato, ma ancora buono!
Continua la quarantena e continuo a riaprire vecchi files a cui cerco di dare una rinfrescatina. 6 frames che inquadrano 6 momenti ben precisi. Il carretto americano dell’hotmilk garage. Non l’avevo e quindi lo disegnai, un oggetto mitico visto solo nei film americani, l’inizio della carriera di un wheeler in salsa USA. Bellissimo. La boccetta della salsa piccante di ElectricaSalsa, un progetto che non ce la fece, dedicato almondo delle icone che comunque ho continuato a disegnare, per fortuna. Il triciclo, l’inizio in salsa Bella Italia. Il giglio Chil disegnato per gli scout del c.n.g.e.i. a rappresentare il gruppo di comunicazione che rivoluzionò per un periodo la comuniczione cartacea dell’associazione. Il plurilame di zerokw, il primo tentativo di agenzia. Anche qui il succo è rimasto. In ultimo la Camaro dell’Hotmilk Garage, la stampammo sulle shopper per comunicare il prossimo trasloco. Uno dei tanti, non l’ultimo. Il prossimo, non appena questa quarantena si concluderà.
Nel 2009, con il progetto Hotmilk, io e Peter G. Criscione (Jhonny Rapina n.d.r.) facemmo diverse sperimentazioni, una di quelle si chiamava HOTMILK FOR SPANKIES (latte bollente per piccole pesti), una linea di t-shirt dedicate ai più piccoli. Ebbero un notevole successo, chissà perchè.
Entrare nei miei archivi digitali è davvero un’esperienza notevole. Primo, ho scarsa memoria di ciò che ho fatto (questa è roba di una quindicina di anni fa). Secondo, il digitale non ha dimensione , non ha peso, e la sua porta di ingresso è larga quanto una presa USB. Il rischio di perdere e di dimenticare è davvero troppo grosso. Terzo, considerazioni di questi giorni, disegnare “le macchinine” è forse la passione più durevole del mio percorso di disegnatore. Sarà un segno? Quarto, gli stili! Mi perdo negli stili. Ancora oggi non ho capito bene cosa mi porti a saltar di palo in frasca.