A volte prevale lo scoramento. Ci sono momenti in cui davvero mi viene da pensare che con questo genere umano non ce la possiamo fare: la burocrazia, il governo ladro, il meglio quando era peggio, i ladroni, i maledetti, gli approfittatori e via discorrendo insomma. Ecco. In uno di quei momenti è nata questa grafica. Si, lo so, la mia amica Francesca Faedi (astrofisca e scopritrice di pianeti) mi ha detto che non è possibile che un giorno qualcuno di più illuminato di noi venga a invaderci per governarci meglio, ma a volte la speranza è un ottimo alimentatore di ottimismo. Poi l’idea infantile che una navetta spaziale una volta o l’altra mi aspiri il cane con un fascio luminoso per capire se l’essere intelligente è lui o sono io mi fa bene alla creatività.
Storie di brand identity: qui di seguito la presentazione di un marchio particolare, nato anche grazie ai ragazzi di happennino che nel creare relazioni hanno fatto incontrare una guida e un disegnatore con un passato comune e due ingredienti fondamentali: la curiosità e la fiducia nelle altrui competenze. Così nasce il nuovo brand per GLOCAL GUIDES.
il nuovo brand
Ci sono una serie di elementi che concorrono alla costituzione di questo marchio delle GLOCAL GUIDES. Qui di seguito proverò a raccontarli contestualizzando poi le scelte fatte. Correndo il rischio di essere banale ribadisco alcuni concetti basilari: Un marchio, per essere tale, deve possedere doti di riproducibilità date dalla sua struttura grafica, deve proporsi come figura/marca riconoscibile e originale perchè la sua presenza sia conferma e individuazione di un’impresa. In ultimo, esso deve possedere degli elementi che siano in grado di confermare e rafforzare il racconto d’impresa.
Gli elementi usati sono:
La freccia, il simbolo per eccellenza” nella sua versione del “turn back” un classico nella segnaletica dedicata alle strade e ai sentieri che è normalmente associata ad un’idea di “dover tornare indietro” quindi vissuto spesso come elemento “negativo”. In questa proposta diventa positiva e stabile (compie un giro dall’alto verso il basso in senso anti orario andando a comporre una “doppia” lettera G maiuscola, in una forma circolare e stabile. Altro elemento è la forma di contenimento: uno scudo rovesciato (quindi una forma di origine araldica) che diventa porta o finestra, un elemento simbolico fortissimo che è al contempo casa (entrando) o scoperta (uscendo) ed ha nella sua forma la cornice di una visione in cui inserire altri input.
Questa forma di “porta” classica richiama un altro ambito molto legato al mondo delle guide, dei parchi, dell’outdoor e della vita all’aria aperta, ovvero la patch, il distintivo spesso in tessuto ricamato, che sebbene abbia avuto ampia notorietà nel mondo militare, vive frequentemente il mondo scout e quello escursionistico, ovvero tutti i comparti dove necessitano delle “uniformi” o dei simboli ed un abbigliamento tecnico con segni leggibili e distintivi. I colori, sebbene presi dal mondo della natura, sono stati usati con una certa libertà perchè in questo caso non ci necessita vincolare la forma con un’idea di abbinamento ai colori troppo aziendali, mentre può essere molto più interessante l’ipotesi che anche i colori possano raccontare le stagioni e gli elementi della natura, ovvero la ragione stessa per cui può essere necessario avere una guida esperta e preparata
In ultimo il lettering: Per l’isotipo e il logotipo ho usato un INTEGRAL di Connery Fagan, un font super bold costruito su forma quadrata, estremamente leggibile e coerente con l’idea di stabilità che questo marchio deve comunicare.
Il marchio GLOCAL GUIDES non nasce per un esperienza legata al “solo” mondo naturale. La Guida per definizione può muoversi negli spazi urbani come quelli selvaggi o naturali mantenendo immutata la propria funzione.
guida/guì·da/ sostantivo femminile
Funzione direttiva esplicata lungo un percorso o verso una meta materiale o ideale. “adarsi alla g. di una persona esperta”
2. Persona cui è attribuito o riconosciuto il compito di indicare ad altri la via da seguire.”Dante elegge Virgilio a propria g.”
The Blues Brothers, una pellicola del 1980 vista per la prima volta da bambino al cinema Ducale di Urbino. Uno di quei rari film che ti offre qualcosa ad ogni età da cui lo osservi. John Belushi e Dan Arkroyd, una coppia dello spettacolo, una miscela perfetta nella tradizione delle coppie di cui non capisci mai bene chi è la spalla di chi. I co-protagonisti del film? Una lista di musicisti e guest stars da mettere paura a qualsiasi mega produzione hollywoodiana. Un film che somiglia alla storia che racconta. L’incrocio di stili e l’ironia di una comicità all’americana che ci manca davvero? La cometa Belushi? Una storia di rivincita e talento da spaccare i cuori, seppur politicamente scorretta nei modi. Il fenomeno dei fratelli Blues nato ben prima del film? La dodge monaco “modificata” della polizia targata BDR 529 ILL scambiata con la “Cady”? I ray-ban più venduti della storia? Un film che oggi è anche storia del costume, della musica e della grafica anni 80. C’è da perdersi.
Insomma. Non se ne viene fuori e come sempre accade per i propri miti (e questa storia mito lo è) riuscire a mettere su carta qualcosa di sensato non è facile. Nel progetto Garage73 non poteva mancare la Dodge Monaco della Polizia che da simbolo del massimo machismo americano diventa, divelte le sirene e strappati gli stemmi, il simbolo della purezza della missione, della rivolta, della vera giusta causa e della disobbedienza quando necessaria.
Allora ho voluto ritrarla così. Fuori dal carcere di Joliet, in attesa che i Fratelli Blues si ricongiungano, all’inizio di un poema epico cavalleresco in salsa blues. Non potevo non lanciare questo poster sui BB proprio oggi, una calda domenica di agosto in cui a Pesaro, in piazza del Popolo, proietteranno il film in versione rimasterizzata e integrale, con intervista in diretta da Los Angeles, con John Landis, regista di questa pellicola ed altre mitiche. Credo sia la 200esima volta che lo rivedo, per dire.
Non sarà l’unico poster in cui tratterò il tema, sia chiaro. È un film troppo ricco per non ricavarne almeno un trittico. Questo poster sarà disponibile in formato 35×50, 50×70, 70×100 e 100×140.
Eccoci qua, chiudiamo con un anteprima del set di 10 poster per il progetto Garage73. Un omaggio ad una serie di mezzi mitici, ritratti come lord inglesi: la mini, il ford pick up, l’honda monkey, il volvone 240, il land rover, la dodge monaco, il suzukino, lo scout harvest e il mitico beetle. Spero vi piacciano, da settembre saranno disponibili su ordinazione in formato 35×50, 50×70 o 70×100 e in autunno, ad essere bravi bravi, disponibili anche nel nuovo store (non cercatelo, è in allestimento).
Si è soliti pensare che il brand sia “solo” un logo, un elemento esteticamente gradevole per abbellire l’insegna della propria attività ma il mondo dell’identità di marca (brand identity) è molto più complesso, sottile e determinante nel successo di un’impresa.
Il naming. Trovare il giusto nome per la propria attività prevede già una progettazione complessa poiché al tuo nome verrà associata la tua reputazione professionale, ma anche lo stile di quel nome e della marca visiva che sceglierai la determineranno, e andare fuori fuoco in questi casi, è molto facile.
Lo stile grafico. Le parole hanno suono e forma. Ogni parola varia il suo significato e la sua forza a seconda di come la si veste, un po’ come una parola sussurrata o urlata: MAIUSCOLO, minuscolo, corsivo, light o bold, piccola o grande la parola assume l’identità di marca come logotipo, spesso accompagnata ad una piccola descrizione (slogan o pay-off).
Con Farcita (un progetto molto “avanti” in terra pesarese) provammo a rappresentare un’attività di bottega derivata da uno street food tipicamente inglese, la baked potato, nobilitato però da ingredienti ricercati e ben assortiti in un contesto di self service per coperti e bibite, proprio in zona mare. Il lettering callligrafico derivato da uno stile tipo-grafico molto in voga in Italia negli anni ’40 e ’50 (periodo in cui anche fare insegne era considerato un’arte fondamentale) è sinuoso, elegante ma forte e ben leggibile, mentre il pay-off strizza l’occhio all’aspetto più commerciale. La scelta del nome è venuta dopo un lungo ragionamento che ci ha portato a scegliere di usare la parola che aiuta a descrivere la baked potato in italiano: <È una patata farcita cotta al forno!”. Farcita è una parola breve ed incisiva con un bel sound scandito in 3 tempi: Far/ci/ta. Facile da ricordare e chiara per comprendere o descrivere la storia.
Peccato, poiché il locale ha avuto storia breve, ma le variabili per il successo di un’attività sono diverse e non sempre favorevoli.
Garage73 design dept è uno dei progetti a cui sto lavorando in questo periodo. Una raccolta organizzata delle mie “macchinine” che credo per altro siano state i primi soggetti in assoluto dei miei esordi da disegnatore. Complice anche il lock down, ho rimesso mano a decine di disegni delle mie auto del cuore, o meglio, quelle che secondo me hanno segnato il mio immaginario, inserendole in dei contesti e in associazione con altri mezzi mitologici. A ogni mezzo appartiene una piccola storia che cercherò di raccontarvi perchè la necessità di raffigurare ha sempre piccole radici interessanti da scoprire. l risultati avranno forma di poster, t-shirt e altre chicche, tutte rigorosamente in tiratura limitata.
Ci saranno il maggiolino vw, la mini, il land rover, il ford pick up e altri pezzi da ’90.
(in foto, la mitica gippina del Local, una suzuki sj 410, con gli immancabili surf per la sua free school per neofiti. Probabilmente c’è anche lo skate, ma non si vede e sopra la Sberla™ il prototipo di una e-bike super vintage a cui stiamo lavorando da un po’ di mesi)
Altro giro, altro regalo! In stampa anche i primi 3 poster 70×100 della serie GARAGE73, l’inizio di una lunga serie di poster con le mie elucubrazioni grafiche. FAR, un poster dedicato al mitico Ford Transit, agli spazi aperti e alla libertà. Poi c’è il FUCK TR*MP già raccontato in un altro articolo e quindi il TRACKS, un omaggio a due mezzi speciali: il beetle e la raleigh chopper… tutta roba anni 70.
Per ordini e informazioni: cristianoandreani1973@gmail.com