Esiste, l’ho visto e ora l’ho disegnato. Mi sono chiesto come potesse chiamarsi un spazzaneve travestito da “Bulli” (T1 volkswagen degli anni ’60). O unBulli allestito a spazzaneve? Poco importa. L’esigenza di una persona (chissà chi sarà?) di dare questa identità ad un attrezzo da lavoro dimostra ancora una volta quanto sia importante dare sfogo alle proprie visioni, mettere in moto il proprio processo creativo.
L’attesa è un momento importante, delicato, in cui bisogna essere pronti, ma fermi, con i muscoli tesi ma con le spalle rilassate. È un lasso di tempo tra la sensazione che qualcosa debba cambiare e la possibilità che questo avvenga con un tuo movimento. Partire senza ansia o pressione. Ma l’attesa è anche quiete, una pausa in cui, pur se con il motore acceso, ci si rilassa di fronte al mare chiedendosi se quel che avverrà debba vedere la tua partecipazione o meno. C’est la vie.
Ogni maglietta che ho disegnato ha sempre avuto di base un motivo per essere fatta. Una piccola storia da raccontare, un messaggio da condividere, la rappresentazione di un pensiero o semplicemente un elemento da evidenziare. Erroneamente si pensa che progettare una t-shirt graphic sia un esercizio di stampo artistico, la verità è che alla base c’è sempre un concept da rappresentare e questa rappresentazione può essere effettuata con un’illustrazione, un disegno grafico e/o con della buona tipografia e quindi uno scritto, per quanto sintetico. In ultimo, ma non per ultima, la scelta dei colori è il tocco fondamentale.
Il concept di questa maglietta è limpido ed è nato da un attimo (forse anche più di uno) in cui osservando la realtà delle cose a livello nazionale hai la lieve sensazione che qualsiasi tuo sforzo per migliorare le cose possa risultare vano. Il creativo (neurone1), l’ottimista (neurone2) e il pigro (neurone 3) che sono in me si sono quindi chiesti: Chi potrebbe salvarci?
La risposta è semplice: Gli alieni. La PLEASE INVADE US (con un s.o.s. formato MORSE) nasce come manifesto, come insegna, come richiamo a popolazioni della galassia che intendano un giorno palesarsi e riportare l’ordine e la serenità, ma non solo: è una resa e al contempo una speranza, un segnale di consapevolezza dei propri limiti, un’assunzione di responsabilità, dell’idea che qualcuno più capace di noi possa intervenire. Non ce la possiamo fare da soli.
Pesaro è una città piena di sorprese. Katj è stata una di queste. Avete presente una bottega di Pasta fresca? Quelle dove ci sono “le razdore” che smattarellano dalla mattina alla sera e fanno i tortellini a mano uno identico all’altro? Ecco. Ma in più i prodotti di Katj sono senza glutine. Gourmet e senza glutine.
Con il Garage Creative Studio curammo logo, pattern, packaging, fotografie e catalogo.
Ognuno partecipa come può. Questo è il primo livello affinchè una comunità diventi tale. Quando alla scuola materna dei miei figli mi chiesero una illustrazione che rappresentasse l’asilo, non ho avuto dubbi.