La notte. Soffice, silenziosa, espansa. L’altro lato della medaglia. Il silenzio sulla confusione. La calma sullo stress. L’intimità che diventa solitudine. La concentrazione sulla distrazione. La riflessione sulla scelta rapida. La notte. Un momento lungo ore, dove ogni musica vale, dove non ci sono interruzioni e il pensiero corre leggero. Il lavoro. La passione, il dubbio non risolto, le numerose sollecitazioni, il sovraccarico, l’elemento che cambia il gioco, la stima, la soluzione, la soddisfazione, la pagina bianca. Lavorare di notte non può essere una consuetudine, perderebbe la sua efficacia, è una caccia in un bosco, è la ricerca dell’intuizione che guizza fuori dal cono di luce.
Mese: Maggio 2017
Droni.
Nuovo progetto con Officine Creative Marchigiane.
Farcita.
Nuovo brand nel movimentato mondo del food & beverage del pesarese. Farcita porta in città la baked potato, un real street food molto England, ma che ha un percorso lungo un continente.
Il lettering “handmade” scelto è un omaggio esplicito al mondo delle insegne all’italiana anni ’50, famose nel mondo e purtroppo quasi dimenticate in patria.
Il nome invece racconta il prodotto in maniera semplice e diretta: una patata cotta al forno, successivamente mantecata e farcita di tipicità italiana. Un cibo di strada che diventa tipicità ed eccellenza. La formula è semplice e sana e siamo convinti, sarà un vero successo. La collaborazione con Officine creative Marchigiane continua con successo.
Augh.
La saggezza in un saluto. E’ vero, probabilmente come parola non è mai esistita veramente al tempo e probabilmente, complici Tex e i film western all’italiana è entrata nel nostro vocabolario. Augh è saggezza, fermezza e rispetto. Augh è la sintesi di una nazione da noi definita grossolanamente “pellerossa”. Una nazione pacifica, risoluta e corretta. Augh è una parola bellissima, associata spesso al gesto di una mano aperta rivolta di palmo verso l’interlocutore. Ha mantenuto invariato il suo senso. Esprimerla con un helvetica e una bicromia da segnaletica di pericolo forse è un azzardo, forse.
Ma a me, piace.
Avanti il prossimo
Dal ’95 Ad oggi ho cambiato “immagine” diverse volte. “Ma non hai pace!?”.
Avrei dovuto vivere questa necessità (poichè di necessità si è sempre trattato) come una sconfitta o perlomeno, come un errore tattico, peggio del calzolaio che ha le suole bucate, insomma. Invece nulla. Tutto liscio. E’ un’esigenza, punto. Ho pensato di essere un po’ come una serpe che ogni tanto deve cambiare pelle. Del resto sono sempre stato molto bravo a giustificare i miei mutamenti. Come una tshirt che un bel giorno non ti piace più, non ti rappresenta o magari non ti copre bene la pancetta. Forse, mi sono detto, sarà colpa di questo ruolo (creativo n.d.a.) che ultimamente sono pure riuscito ad appiccicarmi addosso senza farmi troppi problemi. Sta di fatto, che visti oggi tutti questi loghi, mi rendo conto che ognuno rappresenta una storia, un processo, delle relazioni e quindi delle persone. Una rete di elementi che non può dirsi mai veramente chiusa, quindi una cosa che ancora produce energia, in qualche modo. Quindi, oggi, posso mettermi tranquillo e chiedermi… quale sarà il prossimo?
(Lo so già ovviamente, ma per vederlo dovrete aspettare ancora un po’)